Vaccinazione Covid-19: Centro vaccini Lazzaro Spallanzani – Roma.

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L’Ospedale “Lazzaro Spallanzani” fu inaugurato nel 1936 come presidio destinato alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie infettive, con una dotazione di 296 posti letto in 15 differenti padiglioni e in un’area di 134.000 metri quadrati. La programmazione generale della ricerca dell’Istituto è ispirata alla continuità ed alla integrazione tra progetti di ricerca epidemiologica, preclinica e clinica. La linea di ricerca sulle infezione emergenti affronta lo studio di patogeni rari, di difficile diagnosi o multiresistenti (MDR) inculsi i problemi di controllo delle infezioni, la strategie per contrastare le epidemie ed il supporto alle attività internazionali.

Vengono anche studiate le infezioni associate a procedure assistenziali le infezioni tropicali, neglette e le malattie del viaggiatore. La linea di ricerca sulla malattia da HIV, affronta temi relativi alla patogenesi, la clinica, la terapia, l’epidemiologia e la prevenzione dell’infezione. Gli obiettivi strategici sono volti a definire le nuove caratteristiche dell’epidemia, ed approcci terapeutici innovativi. Le attività di ricerca traslazionale sono sviluppate sulla base di un’organizzazione clinico-assistenziale che raccoglie circa 7.000 pazienti con HIV in follow-up attivo. La ricerca sulle epatiti virali si articola su quattro filoni.

Il primo è centrato sugli aspetti virologici e studia la variabilità virale e le interazioni tra virus. Il secondo è focalizzato sulla risposta immune e sulla sua modulazione a seguito di terapia. Il terzo è analizza le alterazioni molecolari alla base dello sviluppo di cirrosi e epatocarcinoma L’ultimo si prefigge di ridefinire l’epidemiologia locale delle epatiti virali affinché l’offerta sanitaria sia adeguata a rispondere all’evoluzione dei bisogni specifici delle comunità locali e dei gruppi più fragili. La ricerca sulla tubercolosi affronta l’analisi epidemiologica della malattia e dei suoi determinanti con particolare riguardo a gruppi a rischio più elevato. Vengono anche studiati biomarcatori che possano indicare il rischio di sviluppare la malattia e la risposta alla terapia, e la patogenesi della malattia al fine di delineare strategie per potenziare la risposta immune innata. Infine l’ultimo progetto mira all’ottimizzazione delle strategie terapeutiche per la tubercolosi multiresistente. Fonte: INMI Lazzaro Spallanzani Istituto Nazionale Malattie Infettive.

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